In base alle direttive europee, tutti i presidi medico-chirurgici devono essere gestiti in maniera qualitativamente impeccabile dal punto di vista della sanificazione degli ambienti al fine di escludere qualsiasi rischio igienico che possa comportare il proliferare di agenti patogeni.

Una corretta sterilizzazione prevede tutti quegli interventi che mirano alla decontaminazione sia degli ambienti circostanti che degli strumenti utilizzati nella cura dei pazienti.

Non a caso, la disinfezione degli strumenti, soprattutto in uno studio dentistico, è uno dei primi step ad essere compiuto anche se bisogna sottolineare che prima di procedere alla loro sterilizzazione, strumenti come pinze, sonde e specchietti devono essere accuratamente lavati e disinfettati.

La disinfezione serve soprattutto per proteggere chi lavora nello studio da germi provenienti da pazienti.

Anche dopo un semplice utilizzo, tutti gli strumenti devono essere necessariamente immersi in una soluzione di un liquido detergente disinfettante che sia certificata dal Ministero.

Tali strumenti, immersi completamente in questo liquido, dovranno in un secondo momento essere sciacquati per evitare che vi siano residui e poi asciugati.

Tale operazione vale per tutti gli strumenti presenti in uno studio dentistico tranne i manipoli dritti, contrangoli, turbine ed altri azionamenti non devono essere trattati nel bagno ad immersione o ad ultrasuoni.

Gli strumenti trattati manualmente o meccanicamente devono essere esenti da residui di sangue , saliva ed altre forme di sporco come materiali da otturazione.

Una corretta disinfezione è alla base delle regole primarie di uno studio dentistico che si rispetti.

La sicurezza passa da una corretta sterilizzazione

I materiali sterili devono opportunamente soddisfare le norme vigenti, difatti lo standard della comunità europea impone che gli strumenti usati sul paziente siano sterili, quindi puliti e disinfettati a dovere e, successivamente, sterilizzati all’interno di buste a norma.

Per sterilizzare il tutto vi sono varie metodologie ma la più usata è sicuramente quella a vapore.

Naturalmente chi è che detiene la responsabilità in materia di sterilizzazione ed eventuali problematiche che possono sorgere in merito ad una cattiva manutenzione è il titolare dello studio, tuttavia il dentista per l’intero processo di sterilizzazione, può delegare il tutto a soggetti terzi.

Dal punto di vista dello stoccaggio in magazzino, è sempre consigliabile un ambiente con poca polvere che non dia adito al passaggio di cariche batteriche e, soprattutto, che sia asciutto.

Sono queste le condizioni basilari affinché vi sia un mantenimento di sterilità per almeno sei mesi.

Nei parametri di legge non vi è descritto nulla per la fase di stoccaggio ma seguire semplici regole farà in modo che verranno mantenute le dovute condizioni di sterilità.

Poiché questa fase non è legata ad alcuna regolamentazione non vi è alcuna obbligatorietà di riportare la data di scadenza del processo di sterilizzazione ma ci si basa sul corretto comportamento del singolo professionista.

Per lo stoccaggio, un locale magazzino vicino o adiacente allo studio dentistico è l’ideale per evitare spostamenti inutili.

In generale, dunque, tutti i processi di sterilizzazione medica sono fondamentali ed importantissimi perché i rischi di contaminazione e, quindi di successiva infezione, sono effettivi per i pazienti e per chi opera.

Quando ci sono degli opportuni controlli in merito, bisogna poter far vedere la conservazione del materiale in DM sterili, la tracciabilità delle misure attuate, che vi siano i giusti dispositivi di protezione individuale e che l’ambiente sia igienicamente pulito a norma.